ALIMENTAZIONE

 

Una delle attrattive ed allo stesso tempo delle ragioni del successo dei rettili a partire dai tempi mesozoici, fu la grande abbondanza di insetti che le terre emerse offrivano, mentre le acque erano popolate da troppe specie fra loro concorrenti. Prima ancora infatti di imparare a cibarsi di anfibi o dei loro simili di minori dimensioni, i grandi rettili preistorici furono insettivori. E questa abitudine alimentare viene conservata ancor oggi dai loro discendenti che, indipendentemente dalle loro preferenze future, appena nati si cibano solo di insetti.

Le diete alimentari della classe comprendono una vasta gamma di possibilità:

La struttura dell'apparato digerente comporta tutta una serie di organi (esofago, stomaco, intestino) e di ghiandole (boccali, fegato,pancreas) che compaiono negli animali vertebrati. Gli elementi differenzianti tra i rappresentanti dei vari ordini, spesso, nell'ambito del medesimo ordine tra le varie specie, sono piuttosto la conformazione della bocca, quella della dentatura e quella della lingua, tutte in stretta dipendenza dal tipo di alimentazione e quindi dall'ambiente tipico dei vari animali.

 

Nelle tartarughe la caratteristica più notevole è la mancanza dei denti, sostituiti da una specie di becco corneo che riveste mascella e mandibola e i cui margini sono taglienti come un coltello. Il becco non tritura il cibo ma lo taglia in pezzi grossolani.

Le specie terrestri sono generalmente vegetariane o al massimo ghiotte di piccoli invertebrati

le specie di acqua dolce sono di regola carnivore ma possono mangiare anche piante acquatiche

le specie marine sono carnivore

Le tartarughe, a differenza di altri rettili che se carnivori si cibano solo di prede vive, si nutrono anche di animali morti, contribuendo cos' notevolmente al mantenimento dell'equilibrio biologico dell'ambiente in cui vivono:  caratteristica propria solo delle forme di acqua dolce.

Altra particolarità è il rivestimento dell'esofago, composto da papille cornee.

L'eccezione è rappresentata dagli esponenti della famiglia Trionichidae; probabilmente in coerenza all'assenza di placche cornee nella corazza, in questi animali manca anche il becco che viene sostituito da due labbra pronunciate e carnose. Nonostante ciò risultano abilissimi cacciatori di pesci, anfibi, rettili e uccelli anche di discrete dimensioni.

La cattura della preda da parte delle tartarughe avviene grazie alla particolare muscolatura di cui sono provviste le forti mascelle: alcune specie possiedono all'interno del a bocca una tipica esca vivente. Mentre infatti l'interno della bocca ha colorazione bruna, il margine anteriore della lingua è di un rosso vivo avendo attaccata un'appendice mobile di quel colore, che, tramite una sua muscolatura, oscilla in tutte le direzioni come fosse un'esca.

Se il morso è la tecnica più diffusa di cattura tra le tartarughe,  la specie Mata Mata mostra un sistema di presa degli alimenti molto simile a quello utilizzato dai pesci, avendo ossa mascellari cosi deboli da non essere capace di acciuffare le vittime. Aiutata dal collo molto lungo, questa tartaruga lancia in avanti il capo appena le si avvicina qualcosa di commestibile, dilatando enormemente la bocca; il risucchio che si crea le porterà in bocca, insieme all'acqua anche la preda. Conseguenza di tale atto è che le prede vengono inghiottite tutte intere.

 

La capacità di dilatare la bocca è il più impressionante aspetto dell'alimentazione di un serpente, in quanto gli consente di inghiottire intere prede vive infilate in bocca dalla parte della testa, indipendentemente dalle dimensioni che esse possano avere. Tale dilatazione è permessa grazie all'osso quadrato che unisce in modo lasso il cranio alla mandibola permettendo ad essa di abbassarsi in senso posteriore e frontale.

Le due metà della mandibola sono inoltre unite da un legamento elastico che permette loro di allontanarsi in direzione laterale; i denti acuti e ricurvi garantiranno la presa salda della vittima.

Al momento della deglutizione interviene anche un meccanismo di blocco a carico delle fauci, per non interrompere la respirazione, la glottide si protende oltre l'apice della mandibola chiudendo il retrobocca, mentre l'animale respira attraverso il suo tubo respiratore.

Altro adattamento messo in atto dai serpenti carnivori riguarda la tecnica per tranquillizzare  la preda prima di ingerirla. Le specie velenose si servono del veleno di cui sono fornite inoculandone una dose sufficiente a rendere la vittima inerte senza ucciderla; i serpenti non velenosi soffocano la preda avvolgendovisi intorno con le spire del corpo.

Particolare specie tra i serpenti quella dei Dasypeltis africani, formidabili mangiatori di uova che inghiottono e ingeriscono intere per poi inciderle a livello dell'esofago grazie a vertebre cervicali taglienti: mentre il tuorlo e l'albume finiscono nello stomaco, i frammenti di guscio sono trattenuti e rigurgitati attraverso speciali muscoli della gola.

 

I sauri, più degli ofidi, hanno adottato una dieta insettivora: generalmente inghiottono prede intere servendosi di un meccanismo definito della "deglutizione per inerzia"; facendo presa sulla preda le mascelle compiono una serie di movimenti avanzando sulla preda stessa.

In alcuni sauri la coda può immagazzinare sostanze nutritive di riserva che serviranno nei periodi di carestia di cibo. Intere popolazioni di lucertole viventi su isole lontane povere di risorse alimentari adatte, mostravano di possedere code rigenerate come conseguenza di fenomeni di cannibalismo interspecifici.

I coccodrilli a vita anfibia cercano le loro prede generalmente nell'acqua; tutti i rappresentanti dell'ordine sono carnivori, catturate le prede le trascinano nell'acqua afferrandole per il muso o per le zampe anteriori per poi dilaniarle senza masticarle, ingerendole quasi intere insieme a qualsiasi tipo di materiale che nello stomaco, faciliterà la triturazione del cibo.

 

IN CATTIVITA'..........

Gran parte dell'esito nel mantenimento e nella riproduzione dei rettili in cattività è legato ad una alimentazione corretta. Partendo dal fatto che la maggior parte dei rettili si alimenta di insetti e piccoli invertebrati, spesso  una grande quantità è erbivora o onnivora e quindi una dieta il più varia possibile è consigliabile. Oltretutto La maggior parte delle malattie che si sviluppano nei rettili in cattività è legata a carenze nutrizionali o ambientali. I rettili erbivori (alcune tartarughe, igunaidi, uromastici...) sono più facili da alimentare correttamente dato la grande disponibilità di prodotti vegetali esistenti sul mercato rispetto agli insettivori o carnivori.

Calcio & Fosforo

I rettili necessitano di calcio, fosforo e altri minerali nelle proporzioni adeguate per lo sviluppo corretto del loro scheletro. La maggior parte necessita di una produzione di 2 parti di calcio per 1 di fosforo in un rapporto di  2:1 o 1,5:1.

In natura una dieta varia, l'acqua piovana o la terra, apportano il calcio sufficiente. L'assenza di calcio può provocare rachitismo che si evidenzia per la debolezza e le malformazioni delle ossa. I rettili che soffrono di rachitismo estraggono calcio dalle loro ossa per mantenere i livelli adeguati nell'organismo. Debilitandosi le ossa, questa si rivestono di uno strato di tessuto muscolare atrofizzato. Molti sauri presentano zampe gonfie e fratturate e altre zone del corpo compromesse (Infermità Metabolica Ossea).

Per evitare questi problemi, dovremo somministrare calcio e fosforo negli alimenti che andremo ad offrire ai nostri animali. Utili i preparati in polvere con i quali spolverizzare  direttamente il cibo o alimento vivo. La quantità varierà dall'età dell'animale,dalle dimensioni e dalla situazione (gestazione o post gestazione...).

Gli insetti hanno un rapporto calcio/fosforo di 1:3 e 1:19 (sono poveri di calcio per l'assenza dello scheletro interno), dovremo quindi aggiungere calcio  e fosforo fino a raggiungere una proporzione di 2:1.

Di seguito una tabella di frutta e verdura e i loro apporti in calcio, fosforo, fibre e proteine:

 

 Frutta / Verdura

Proteine

gr/100gr

Fibra

gr/100gr

Ca:P

Sedano

0,8

1,7

1,6:1

Verza

1,4

2,3

2,0:1

Broccolo

3,0

3,0

0,7:1

Zucchina

1,2

1,2

0,5:1

Cavolo Bruxelles

3,4

4,2

0,6:1

Cavolfiore

2,0

2,5

0,5:1

Dente di leone

2,7

3,5

2,8:1

Indivia

1,3

3,1

1,9:1

Scarola

0,9

3,1

0,7:1

Spinaci

2,9

2,7

2,0:1

Lattuga

1,3

1,0

1,4:1

Rapa

1,5

2,4

4,5:1

Carota

1,0

3,0

0,6:1

 Banana 1,0 2,4 0,3:1
 Melanzanaa 1,0 2,5 0,3:1
 Pisello 5,4 5,1 0,2:1
 Fico 0:8 3,3 2,5:1
 Kiwi 1,0 3,4 0,7:1
 Mandarino 0,6 2,3 1,4:1
 Mango 0,6 1,8 0,9:1
 Mela 0,2 2,7 1,0:1
 Melacotogna 0,7 2,0 0,4:1
 Patate 0,6 2,3 0,7:1
 Pomodoro 0,9 1,1 0,2:1

In relazione all'alimento vivo segue una tabella con valori di riferimento relative alle specie e quelli relativi all'apporto degli stessi come alimenti. Alcuni valori differenti quindi dipendono dalla differenza tra il vivo e l'ingerito.

Specie
% proteíne
% grasso
% calcio
% fósforo
Ca:P
Baco della farina
18,9
8,5
0,016
0,3
1:19
Cavalletta
15,9
5,8
0,035
0,18
1:5
Grillo Nero
15,8
12,0
0,18
0,22
1:1.2 ?
Grillo
19,8
4,4
0,089
0,28
1:3
Galleria
15,5
15,5
0,037
0,19
1:5
Caimani
19,5
15,2
0,022
0,21
1:10

 

Alimento

% Proteine

% Grasso

Cal:P

Baco della farina

50%

35%

1:18

Cavalletta

41%

20%

1:7

Grillo

12%

24%

1:5

Baco della seta

64%

11%

1:3

Baco della cera

50%

35%

1:8

Baby topo

 

 

1:1

Topo adulto

 

 

3:2

 

Vitamine

In relazione al tipo di animale ed alla sua dieta è necessario somministrare supporti vitaminici nella sua alimentazione. La carenza di alcune vitamine potrebbe causare problemi e ridurre la resistenza a parassiti o malattie ma bisogna porre anche attenzione a non somministrarne in eccesso, dato che alcuni tipi di vitamine (A, D, E) sono liposolubili e si immagazzinano a livello del fegato. Le vitamine B e C sono solubili in acqua e il loro eccesso si elimina quindi tramite l'urina.

La vitamina A è essenziale per la vista così come per mantenere la pelle e i tessuti superficiali sani, specialmente le mucose. Un eccesso di vitamina A potrebbe annullare la vitamina D3. Un sintomo di carenza di vitamina A sono le mute difficoltose, anche se spesso magari ciò è solo dovuto a poca umidità ambientale. Un eccesso di vitamina A potrebbe provocare diverse mute ravvicinate, cadute, dissenteria...

La vitamina A è presente nel fegato, nel pesce grasso, nel tuorlo d'uovo, nel burro, melone, mango, carota, melacotogna, spinaci, cavoli e pomodori.

La vitamina B partecipa alla produzione di energia (prende parte nel metabolismo dei carboidrati) ed è essenziale per il buon funzionamento del sistema nervoso, del cuore e dei muscoli. Stabilizza l'appetito e aiuta la digestione ed è molto importante per la crescita.

La si trova nelle uova di merluzzo, germe di frumento, avena, rachidi, lardo, maiale e pane. Se il nostro rettile ha scarso appetito potrebbe trattarsi di mancanza di vitamina B, dovuta ad una dieta poco varia.

La vitamina C aiuta lo sviluppo dei denti e delle ossa e la formazione delle uova nel periodo della gestazione. Spesso interviene nell'assorbimento del ferro, nell'accrescimento e riparazione del tessuto connettivo normale, nella produzione di collagene, metabolizazione dei grassi e cicatrizzazione delle ferite. In generale aiuta il sistema immunologico del corpo.

La vitamina D3 è incaricata d sintetizzare il calcio, per cui una carenza di tale vitamina può portare a rachitismo anche se si sta apportando dose sufficiente di calcio e fosforo. Si produce in forma naturale nella pelle mediante l'esposizione ai raggi UVB, anche se può essere somministrata in forma artificiale. La si trova anche nell'olio di fegato di pesce, sardine, aringhe, salmone, fegato, latte, carota e tuorlo d'uovo.

La vitamina E è un antiossidante che protegge il tessuto corporeo dai danni causati da sostanza instabili conosciute come radicali liberi. Questi radicali possono danneggiare le cellule, i tessuti e gli organi e si crede siano la causa del processo degenerativo che si osserva con l'invecchiamento. La vitamina E  è  importante nella formazione dei globuli rossi e aiuta il corpo a utilizzare la vitamina K.

La si incontra nei broccoli, prugne, spinaci, more, banane, pomodori, carote, germe di grano, mais, noci e olive.

La vitamina K è conosciuta come la vitamina della coagulazione, perchè senza essa il sangue non potrebbe coagulare; aiuta anche a mantenere le ossa forti durante la vecchiaia.

La si incontra nel cavolo cappuccio, spinaci, cavolfiore, e altri vegetali a foglia verde, così come nei cereali e soja.

Spesso è elaborata dai batteri che ricoprono il tratto gastrointestinale.

 

Alimento vivo.....

Molti rettili necessitano di alimentarsi con cibo vivo e proprio in seguito al boom del mercato dei rettili sul commercio ormai possiamo incontrare grandi varietà di alimento vivo come grilli, cavallette, scarafaggi, lombrichi, mosche, ratti, topi, caimani e tarme della farina.

L'importante è alimentare correttamente gli animali che saranno utilizzati come cibo.  Grilli e cavallette si ciberanno con frutta e verdura fresche.

Le cavallette, così come tutti gli insetti saltatori risultano essere le prede naturali predilette dalla grande quantità di rettili.

Caimani e tarme della farina sono ben accettati da molti rettili ma non si devono somministrare in eccesso perchè il loro esoscheletro chitinoso risulta difficile da digerire e può produrre anoressia se somministrato con troppa frequenza.

Scarafaggi e tarme spesso vengono utilizzati come alimento per molti rettili, ma il oro uso deve essere molto proporzionato.

Per alimentare grandi sauri o serpenti si utilizzeranno differenti specie di micromammiferi: topi, ratti, gerbilli, criceti.

Grilli

Costituiscono la base dietetica della maggior parte degli animali insettivori. Presentano un eccellente livello proteico e parecchio fosforo.  Ideali per camaleonti, gechi, lucertole. Sono ben accettati e si possono offrire anche ad esemplari piccoli dato che si trovano sul mercato in distinte fasi di accrescimento . Per mantenerli conviene collocarli in un recipiente ampio, chiuso, nel quale collocheremo verdura e frutta per alimentarli.

Tarme della farina

Possiedono un minor bilanciamento in calcio-fosforo essendo molto più chitinose rispetto ai grilli e meno proteiche. Si raccomanda l'uso in animali piccoli che non possono nutrirsi con caimani ma non conviene somministrarne in grande quantità.

Per mantenerle le si colloca in un recipiente con buona superficie di crusca e pezzi di frutta o verdura di soja.

Se non vengono consumate dal nostro animale entro due giorni si consiglia di rimetterle nel recipiente di mantenimento e offrirne altri nuovi in attesa che questi si ri-alimentino. Si trasformano in piccoli scarafaggi che difficilmente potranno essere consumati dai rettili.

Caimani

Sono simili alle tarme della farina ma molto più grandi, da somministrare quindi ad animali adulti e di buone dimensioni. Il mantenimento è simile a quello delle tarme della farina.

Scarafaggi

Di grandi dimensione e piuttosto chitinosi ma particolarmente graditi da parecchi animali. Devono essere somministrati però occasionalmente (massimo due volte a settimana) perchè non facili da digerire. Mantenerli in recipiente con fondo di avena e pezzi di verdura.

Camole della cera

Piccole larve di tarme che si utilizzano come alimento per rettili quali camaleonti, lucertole e gechi. Si mantengono in piccoli recipienti e si alimentano a base di cereali e miele che apporta glicerina a loro necessaria.

Topi e ratti

Di piccole dimensioni, si propongono come alimento per serpenti e varani. Si mantengono in appositi contenitori con apposito cibo e aggiunta di insalata.

Baby topi/ratti

Sono feti di topo o ratto appena nati. Servono come alimento per piccoli serpenti e piccoli sauri. Si conservano congelati per un adeguato mantenimento. Si possono trovare in distinte fasi di crescita in relazione alle necessità di ogni dimensione di animale:

Baby senza pelo - baby primo pelo - baby con pelo